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Sono stati aggiudicati i lavori di riqualificazione della piazza-sagrato antistante la Pieve di Colombaro. Il cantiere prenderà avvio nella prima settimana di marzo.

Il progetto prevede la realizzazione di una strada a fondo chiuso dotata di parcheggi (per una lunghezza di 53,20 m), pista ciclabile e pubblica illuminazione, di collegamento tra via sant’Antonio e il nuovo edificio parrocchiale realizzato grazie a un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

La nuova strada sarà a doppio senso di circolazione, per una lunghezza di circa 77 m e larghezza di 6,5 m. Il nuovo percorso ciclopedonale in asfalto sarà largo 2,30 m mentre il collegamento pedonale alla Pieve sarà in pietra naturale e largo 2,10 m.

L’area antistante il sagrato, attualmente occupata dal campo da calcio, avrà una forma trapezoidale per una superficie di circa 400 mq in ghiaia, mentre per circa 255 mq si manterrà a prato. Quest’ultima sezione consentirà di valorizzare la Pieve romanica con una migliore prospettiva visuale, priva di ostacoli.

Il nuovo sistema d’illuminazione sarà a led di tipo urbano, a ridotto impatto per inquinamento luminoso, al fine di consentire l’utilizzo dell’area durante le ore serali e notturne. È prevista inoltre un’illuminazione segnapasso a lato della piazza-sagrato lungo il percorso pedonale che collega il parcheggio alla Pieve.

Prenderanno inoltre avvio nella giornata di lunedì 19 febbraio, come già comunicato alla cittadinanza, i lavori di riqualificazione della piazza del centro storico di Formigine. Il cantiere occuperà solo parzialmente l’area della piazza, rendendo così possibile la realizzazione di celebrazioni religiose e di altre manifestazioni in programma. I lavori avranno una durata di circa cinque mesi.

La Pieve, cenni storici

La fondazione della pieve matildica dedicata a San Giacomo, che è considerata come il monumento più antico del comune di Formigine, è strettamente legata alla storia della frazione di Colombaro. La chiesa romanica viene ricordata per la prima volta già in un documento del 1127 come dipendente dal monastero reggiano di Santa Maria di Marola.

Il complesso religioso doveva comprendere, oltre alla chiesa e al convento, anche un ospedale e un ospizio per il ricovero dei pellegrini, in quanto questi ambienti sono citati nei documenti che risalgono al 1162.

Durante il Quattrocento, la chiesa cominciò a ricoprire un ruolo di notevole influenza, divenendo una delle comunità religiose più importanti della diocesi di Modena.

Quando invece nel Seicento la chiesa assunse la funzione di parrocchia, fu sottoposta alla consueta trasformazione in forme barocche, le quali vennero quasi del tutto cancellate in seguito alle recenti opere di restauro. Gli interventi novecenteschi cercarono infatti di restituire alla pieve il suo aspetto originariamente romanico. [dal sito Ars romanica]

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Ultimo aggiornamento: 18-01-2024, 14:29